In occasione del Giubileo 2000, la Parrocchia di un piccolo paese della provincia Venezia, Salzano, ha incaricato l’Architetto Mauro Zamengo di progettare la ristrutturazione del Museo Pio X. Lo spazio espositivo esistente, di esigue dimensioni, occupava il piano terra dell’ala nord della Chiesa.
L’ambiente risultava degradato a causa della presenza di umidità, con pavimento formato da piastrelle in graniglia di cemento poggiato direttamente nel terreno di riempimento.
Un corridoio laterale consentiva l’ingresso alle varie stanze esclusivamente dall’interno della chiesa il sottotetto del piano superiore veniva utilizzato come magazzino e non era aperto al pubblico. L’obbiettivo del progetto, oltre al risanamento igienico dei locali facilmente perseguibile, era di ottenere con una spesa contenuta un organismo diverso che, rispondesse alle esigenze strettamente legate alla funzioni da insediare, e nello stesso tempo, fosse fortemente caratterizzato architettonicamente.
Il primo problema è stato quello di reperire ulteriori spazi per l’esposizione attraverso il recupero del sottotetto dove erano stati eseguiti interventi di restauro negli anni settanta. L’altezza interna del primo livello era superiore alle esigenze ma insufficiente per permettere l’inserimento di un solaio intermedio.
Si è pensato pertanto di operare uno scavo di circa 70 cm per abbassare il pavimento del piano terra e portarlo alla stessa quota della piazza esterna da cui si può accedere senza barriere architettoniche attraverso la trasformazione di un foro finestra esistente in porta.
Questo intervento ha reso possibile, tramite l’aumento dell’altezza interna, la posa in opera di un soppalco in legno indipendente dalle murature preesistenti che ha considerevolmente aumentato la superficie utile espositiva. Questa struttura, con travi disposte a forma di ventaglio sorrette da pilastri inclinati sempre in legno, permette di realizzare dei punti di vista dall’alto sul materiale esposto. Sono stati riportate a vista le travature dei solai esistenti in legno prima coperti da controsoffitti in arelle. La stessa forma della struttura del soppalco , unitamente al trattamento del legno con vernice sbiancante, accentua il carattere di “provvisorietà” del nuovo elemento rispetto alle strutture antiche della chiesa. L’accesso ai piani superiori avviene mediante l’utilizzo della scala preesistente, che è stata conservata, e la posa in opera di un ascensore che permette l’accesso alle persone con ridotta capacità motoria. Al terzo livello viene collocato un ulteriore spazio per l’esposizione delle pianete e di altri elementi in tessuto che completa il percorso del museo.I mattoni delle murature interne sono stati riportati a vista e fugati con intonaco di calce e sabbia di campo. Tutti gli elementi originari, in legno delle coperture e dei solai intermedi, sono stati conservati con minimi interventi di integrazione e consolidamento sulle parti degradate.> Si è inoltre proceduto al lievo di tutte le sovrastrutture delle coperture, realizzate con legname uso cantiere, tavelloni, e tratti di cordoli in cemento armato, inseriti nel precedente intervento di restauro.
L’allestimento espositivo divide il museo in 3 aree funzionali:
a) lo spazio al piano terra con la zona di ingresso e l’esposizione degli oggetti e dei documenti,
b) il soppalco destinato alle esposizioni temporanee;
c) il piano primo dove vengono esposte le pianete e degli stendardi
L’impianto di illuminazione è interamente costituito da proiettori su binari fissati sul soffitto e sulle catene delle capriate esistenti. La potenza dell’impianto è stata calibrata per un ottimale conservazione degli oggetti esposti, inoltre tutti i fari sono dotati di filtri che eliminano gli effetti dovuti ai raggi infrarossi.